Il 6 Febbraio scorso si è tenuta l’Assemblea
Generale del Comitato Civico di San Dalmazio a Tutela della Salute e
dell’Ambiente. Nell’occasione il Consiglio Direttivo ha avuto modo di
illustrare gli ultimi avvenimenti.
Vi riportiamo un riassunto di quanto è stato esposto e di ciò che è avvenuto durante la serata.
In data 11 Febbraio 2013, arrivava la
sentenza del TAR con la quale il Tribunale Regionale annullava tutti gli atti
mediante i quali il Comune di Serramazzoni e lo Sportello Unico Attività Produttive
della Comunità Montana del Frignano (oggi Unione
dei Comuni del Frignano) bloccavano l’iter autorizzativo dell’impianto (atto prot. n. 6329 del 16 novembre 2011, il
provvedimento prot. n. 6263 dell’11 novembre 2011 e la comunicazione SUAP prot.
n. 80/11 del 23 novembre 2011).
La stessa sentenza del TAR condannava
lo SUAP alla trasmissione alla Provincia di Modena della DOMANDA DI
AUTORIZZAZIONE ALLE EMISSIONI IN ATMOSFERA, alla volturazione della D.I.A. e all’esame della domanda di autorizzazione
allo svincolo idrogeologico; dichiarava inammissibile la domanda di
risarcimento dei danni espressa dalla ditta, ma non prendeva in esame le
istanze poste dal Comitato di riunione dei ricorsi, in quanto aveva deciso di
esprimersi soltanto sulla questione sollevata dal ricorrente passando di fatto la
questione nel merito alla Provincia di Modena.
La Provincia esaminato il materiale,
in data 4 Giugno 2013 archivia la
domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera.
Riportiamo estratto della
Determinazione della Provincia di Modena.
[…]
Dall’esame istruttorio della documentazione trasmessa si evidenziano le
seguenti carenze che fanno ricadere la procedura di approvazione dell’impianto
nel procedimento di cui al D.Lgs 387/2003 per l’Autorizzazione Unica alla
realizzazione e l’esercizio degli impianti di energia elettrica da fonti
rinnovabili:
-
Le integrazioni forniscono il calcolo
IRE sul risparmio energetico, ma per poter considerare l’impianto in assetto
cogenerativo dovrebbero essere indicate soluzioni tecniche o informazioni di
dettaglio che permettano di ritenere concreta l’ipotesi di utilizzo del calore
al di fuori della gestione dell’impianto a biomasse; pertanto l’impianto non
può essere considerato “in assetto cogenerativo”, e quindi deve essere
sottoposto ad Autorizzazione Unica in quanto eccede i 250 kWe;
- Il progetto dell’elettrodotto
presentato non è “definitivo”. Il progetto definitivo dell’elettrodotto
costituisce un elemento essenziale anche per la PAS (vedasi punto 13.1.f) delle
Linee Guida D.Lgs 387/2003);
-
Dall’esame della documentazione
“preliminare” fornita, l’elettrodotto interessa un mappale che non pare nelle
disponibilità del richiedente[…]. Se confermato, il proponente non risulta
avere la piena disponibilità dei terreni interessati dal progetto e pertanto
non può avvalersi della PAS (vedasi punto 11.4 delle Linee Guida D.Lgs
387/2003);
[…]
Il Comitato entra in possesso della
documentazione solo a metà Luglio 2013. Come già scritto, la notizia è tardata
ad arrivare in quanto era fondamentale attendere che decorressero i termini (60
giorni) entro i quali la ditta poteva impugnare l’archiviazione della Provincia.
La nostra cautela non risultava infondata, infatti ricordiamo che la ditta
stessa (in data 18 Gennaio 2012) aveva impugnato gli atti di annullamento di
Comune e SUAP notificando il proprio ricorso al TAR.
Trascorsi i 60 gg il Comitato si è
attivato mediante richieste di accesso agli atti, questa volta al SUAP. Fortunatamente
tra gli atti non è emerso nulla di nuovo rispetto alla documentazione
recuperata dalla Provincia, dunque l’impianto contro in quale il Comitato si
era fino a quel momento battuto non poteva più essere realizzato. Se la ditta
avesse voluto realizzare un impianto simile per caratteristiche tecniche e
potenza, avrebbe dovuto richiedere una nuova Autorizzazione Unica in Provincia.
La Provincia di Modena, nel merito, ribadisce
quello che il Comitato ha sempre sostenuto: un impianto con quelle
caratteristiche e quella potenza non poteva essere realizzato semplicemente da
Comune e Suap mediante il procedimento autorizzativo scelto; tuttavia nessuno
ci poteva assicurare che la ditta proponente rinunciasse definitivamente a
presentare nuove richieste di autorizzazione.
Contemporaneamente arriva la notizia
che il terreno su cui doveva sorgere l’impianto, non era più nelle
disponibilità della Ditta Modena Bio Energy srl, in quanto un confinante, coltivatore diretto, intentando
a suo tempo una causa per il riscatto dell'area, in forza del suo diritto di
prelazione, in data 17 Dicembre 2013 ha visto riconosciuto il diritto
stesso da parte del Tribunale di Modena, che ha assegnato mediante ordinanza la
proprietà del terreno al confinante ricorrente.
Ci teniamo a sottolineare che il
confinante si è attivato autonomamente, intentando una causa civile del tutto
indipendente rispetto all’azione del Comitato, quest’ultimo infatti poteva
operare esclusivamente in ambito amministrativo. Precisiamo che il diritto di
prelazione può essere esercitato soltanto da un confinante coltivatore diretto,
e l’esito di questa causa civile non era affatto scontato.
E arriviamo ad oggi. A seguito di questi avvenimenti,
quale scenario si presenta al Comitato? Cosa
accade al ricorso al TAR n. 1222 promosso dal comitato stesso nel 2011?
Questi sono stati i temi discussi in
occasione dell’Assemblea Generale tenutasi la sera del 6 Febbraio scorso e su
questi temi il Consiglio Direttivo ha chiesto all’Assemblea di esprimersi.
Riportiamo l’esito delle votazioni
poste all’ordine del giorno.
1)
L’Assemblea
generale ha deciso all’unanimità che intende rinunciare al ricorso promosso nel
2011 in quanto è cessata la materia del contendere;
2)
L’Assemblea
generale ha deciso all’unanimità che non è conveniente intentare una nuova
causa per recuperare le spese legali del primo ricorso;
3)
L’Assemblea
generale ha deciso all’unanimità di non dividere pro quota i soldi rimasti,
come invece fu stabilito nello statuto, alla luce dell’esiguità dell’importo
presente nelle casse del Comitato;
4)
L’Assemblea
generale ha deciso all’unanimità di destinare i soldi rimasti al
neo nato Comitato Genitori delle Scuole di Serramazzoni vincolando l’importo
alle scuole del plesso di San Dalmazio;
5)
Avendo
il Comitato raggiunto lo scopo, così come descritto nello Statuto del Comitato Civico
di San Dalmazio a Tutela della Salute e dell’Ambiente, l’Assemblea Generale ha
deciso all’unanimità di chiudere il Comitato
stesso;
L’Assemblea ha votato. Il percorso
del Comitato Civico di San Dalmazio a
tutela della Salute e dell’Ambiente finisce qui. Lo scopo è stato
definitivamente raggiunto.
Ma il lavoro e l’impegno di questi
anni non deve svanire con l’esaurirsi delle funzioni del Comitato. E’ nostro
compito, in qualità di privati cittadini coltivare giorno dopo giorno
sensibilità nei confronti della materia ambientale.
Molte altre battaglie si stanno
combattendo, e tutti noi, nel nostro quotidiano, dovremmo sentirci coinvolti e
partecipi, anche con piccoli ma significativi gesti, ad esempio mantenendo viva
l’attenzione e cercando di rimanere sempre il più possibile informati.
Ringraziamo,infine, tutti coloro che
ci hanno sostenuto durante il lungo percorso in questi anni. Sentire la vostra
vicinanza è stato di fondamentale importanza per trovare la forza necessaria
nei momenti più difficili.
Grazie a tutti voi
Comitato Tutela Salute e Ambiente San Dalmazio