Come anticipato nel post di
domenica, solo ora siamo in grado di fare un resoconto dell’esito della vicenda
dell’inceneritore di San Dalmazio, oggetto della pubblica assemblea indetta
dall’Amministrazione Comunale di Serramazzoni venerdì 18 novembre u.s.
L’esame di due faldoni e di due
cd-rom contenenti tutta la documentazione ha infatti richiesto molto tempo e
non è nel nostro stile pronunciarci in maniera affrettata, senza avere potuto
esaminare tutti gli atti di cui si parla (come già detto, nonostante tutto
fosse disponibile già dal 16 novembre, il Comitato ha avuto accesso alla
documentazione solo il giorno dopo
l’assemblea pubblica). Nello stesso modo, non siamo abituati a farci
coinvolgere in discussioni dai toni talmente alterati da costringerci ad alzare
la voce per poter proseguire un discorso, come accaduto nella serata di
venerdì.
Per queste ragioni, abbiamo
preferito differire i commenti, a favore di una visione più lucida e distaccata
degli eventi.
L’esame degli atti ci ha permesso
di comprendere perché ci siano stati consegnati solo dopo l’assemblea: in
questo modo, l’Amministrazione ha infatti potuto fornire la sua interpretazione
dei fatti senza possibilità di contraddittorio, sostenendo in particolare di
avere sempre prodotto atti legittimi. Gli atti, ora completi, affermano ESATTAMENTE IL CONTRARIO.
In primo luogo, la
documentazione dimostra senza possibilità di equivoci che la DIA è stata
annullata perché il cosiddetto “impianto a biomassa” deve essere correttamente
qualificato come “inceneritore di rifiuti” e, in quanto tale, NON POTEVA IN
ALCUN MODO ESSERE AUTORIZZATO MEDIANTE UNA SEMPLICE DIA.
Poiché l’impianto INCENERISCE I
RIFIUTI PER PRODURRE ENERGIA ELETTRICA, sarebbe stato necessario procedere fin
da subito con una autorizzazione unica in Provincia (ai sensi del D.Lgs 387/2003), senza trascurare ovviamente le dovute procedure di Valutazione
Impatto Ambientale o Screening (ai sensi dell’art. 208 del Codice Ambientale) e,
non ultima, la Conferenza dei Servizi. TUTTO QUESTO NON E’ MAI STATO FATTO e,
poiché gli atti prodotti erano dunque ILLEGITTIMI, si è giunti all’ANNULLAMENTO
in autotutela.
In secondo luogo, vorremmo
evidenziare che il Comune di Serramazzoni aveva già prodotto un PARERE
FAVOREVOLE DAL PUNTO DI VISTA URBANISTICO (in data 11/12/2010, prot. n. 14254), a firma del responsabile
del Servizio Urbanistica Edilizia Privata, Geom. Enrico Tagliazucchi, in merito
alla “richiesta di rilascio di compatibiltà urbanistica ai fini
dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera derivanti dalla attività di
produzione di energia elettrica da fonti alternative e più precisamente da
biomassa agricola, in prevalenza compost, da realizzarsi in Via Corniola Grocci – San
Dalmazio – Serramazzoni (MO)”.
Nonostante il Geom. Enrico
Tagliazucchi non abbia alcuna competenza specifica riguardo ad impianti che
bruciano/gassificano “compost”, ha espresso PARERE URBANISTICO FAVOREVOLE,
senza sapere bene cosa fosse questo “compost”.
In sintesi, l’Amministrazione,
che ha riconosciuto innumerevoli volte di non avere la competenza per giudicare
sul piano tecnico questi impianti, ha comunque ritenuto opportuno andare
avanti, camuffando questo inceneritore sotto le mentite spoglie prima di un
capannone agricolo e poi di un impianto a “fonte rinnovabile”, attivando un
iter autorizzativo “casalingo”, non conforme alla normativa, che ha portato a
sottovalutare, con singolare superficialità, svariate problematiche di tipo
urbanistico, ambientale e tecnico, come abbiamo ampiamente documentato nel
nostro ricorso al TAR e nella nostra istanza di autotutela.
Solo a seguito delle forti
pressioni esercitate dal Comitato è stato attivato un procedimento di verifica della DIA, ma fino alla fine l’Amministrazione
rifiuta di riconoscere gli errori compiuti, ossia di aver prodotto ATTI
ILLEGITTIMI, e si ostina a voler accusare il Comitato di essersi prestato a
strumentalizzazioni politiche, quando invece,
esattamente all’opposto, ha svolto una funzione di interesse pubblico che
sarebbe spettata all’Amministrazione!
E’ forse vantaggioso per qualcuno
indurre le persone a ritenere che dietro ogni azione ci sia un interesse
personale, pubblico o privato; è forse utile mescolare le carte, nel tentativo
di nascondere i propri errori. Ma qui, come è evidente, ci sono solo cittadini
associati in un Comitato svincolato da qualsiasi schieramento politico e il cui
unico interesse è il bene comune, anche se per alcuni sembra difficile da
capire o da credere.
Per questo, nell’esultare per
aver conseguito il risultato a cui hanno teso tutti i nostri sforzi nel corso
di questi lunghi mesi, ci rammarichiamo dell’atteggiamento tenuto fino alla
fine dall’Amministrazione Comunale di Serramazzoni. In altri paesi democratici, un comportamento di questo tipo avrebbe
portato alle IMMEDIATE DIMISSIONI DEI DIRETTI RESPONSABILI.
Prima di concludere, vogliamo
ringraziare con tutto il cuore le oltre tremila persone che hanno sostenuto la
nostra battaglia. Un particolare ringraziamento va ai cittadini che sono
intervenuti all’assemblea di venerdì 18 novembre e che hanno risposto, meglio
di quanto avremmo potuto fare noi stessi, alle insinuazioni dell’Amministrazione
sull’inutilità del lavoro svolto dal Comitato e
sul denaro che avrebbe fatto spendere inutilmente ai cittadini per il ricorso
al TAR.
La veemenza e il calore con cui i presenti hanno rivendicato il nostro
ruolo fondamentale sono stati per noi il riconoscimento più bello per le
energie spese e per gli sforzi compiuti nella difesa del bene comune.