Il coordinamento interprovinciale dei Comitati civici di
Bologna e Ferrara, riunitosi venerdì 9 dicembre u.s. a Galliera, ha annunciato
l’intenzione di chiedere alla Regione Emilia Romagna la moratoria per
contrastare la proliferazione di impianti a biomasse per la produzione di energia elettrica, che la legge attuale non
solo consente, ma addirittura incoraggia.
La diffusione di tali impianti su un territorio che è già
fra i più inquinati del pianeta appare sempre più insostenibile: è
indispensabile pervenire a una revisione della normativa sulle fonti
rinnovabili di energia e, nell’attesa, impedire che vengano realizzati nuovi
impianti.
Qui di seguito, il testo dell’articolo (che può essere letto
anche a questo link).
Centrali a biogas chiesta la moratoria
Il coordinamento tra comitati civici riunito a Galliera
chiederà alla Regione lo stop alle costruzioni
GALLIERA (BO). La richiesta alla Regione Emilia Romagna di
uno stop alla costruzione di centrali a biogas. La moratoria è il prossimo
obiettivo del coordinamento tra comitati civici del Ferrarese e del Bolognese
contro la proliferazione delle centrali a biomasse, che per produrre
elettricità usano terreno dedicato all'agricoltura e incrementano il già
pesante inquinamento della Pianura Padana. E’ emerso l’altra sera a Galliera, a
margine di un’affollata tavola rotonda per informare i cittadini sui problemi
causati anche da queste centrali. Ad affermarlo, Maurizio Lodi (comitato
Territorio e vita di Galliera, tra gli esponenti del coordinamento
interprovinciale). "Abbiamo già svolto vari incontri - spiega Lodi - e ora
stiamo preparando la base legale per presentare alla Regione la richiesta di
moratoria".
E venerdì sera nella sala del municipio di Galliera –
territorio nel quale è stato presentato un progetto per una centrale a
biomassa, su cui il Comune ha detto no – erano molti i ferraresi presenti
all’iniziativa indetta dalla locale commissione consiliare sulla centrale. Tra
i relatori, con il professor Salvatore Virzì, primario di chirurgia
all’ospedale di Bentivoglio e consigliere comunale della maggioranza a S.
Pietro in Casale, c’erano Luigi Gasparini, il medico igienista referente per
Ferrara dell’Associazione Medici per l'Ambiente, e Cleante Ravani, il cittadino
bondenese che vive a pochi metri da quattro centrali a biogas.
E tra il pubblico, rappresentanti dei comitati anti biogas
di Poggio Renatico e Masi Torello.Gasperini ha aperto la tavola rotonda,
spiegando il grave inquinamento atmosferico della Pianura Padana e affermando
che il biogas, se "e' meno peggio di altri combustibili" ha un impatto sia per gli odori, sia
per lo spargimento del digestato sui campi, sia per le emissioni: le dirette,
connesse al bruciare metano per produrre elettricità (con produzione di polveri
sottili, diossine, benzene, acido solfidrico e non solo) e quelle indirette,
per gli scarichi dei mezzi che trasportano le biomasse agli impianti.
Quindi Ravani ha raccontato lo sconvolgente impatto sulla
sua vita degli impianti bondenesi e il dottor Virzì – che come medico ha
sollecitato Ravani a lasciare la sua casa, per evitare danni alla salute - ha
portato all’attenzione la ricca letteratura medica sugli effetti delle
emissioni, in particolare sull’incidenza nelle malattie respiratorie. Poi
parola al pubblico, con vari interventi, tra cui quello del sindaco di
Galliera, Anna Teresa Vergnana ("la nostra è un'amministrazione ben
diversa da quella di Bondeno" ha detto a Ravani) che ha ribadito come il
Comune andrà avanti per evitare l’insediamento della centrale.
Accorato l’appello di una rappresentante del comitato di
Masi Torello che, dopo aver ricordato che "il nostro sindaco ha tenuto
tutto nascosto" , ha richiamato i politici a difendere la salute dei
cittadini e ha posto l’accento sul problema etico dello sfruttamento di terreni
agricoli per produrre elettricità. E a dibattito finito, il commento di
un’esponente del comitato di Poggio Renatico: "Speriamo che il sindaco
Pavani si comporti come il sindaco di Galliera. E manetnga il no, già
annunciato, alla centrale". (al.vin)
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