venerdì 14 ottobre 2011

ANCHE LE PAROLE INQUINANO ...



IL COMITATO RISPONDE ALL'ARTICOLO SOPRA RIPORTATO, APPARSO IERI, GIOVEDI' 13 OTTOBRE, SUL QUOTIDIANO "L'INFORMAZIONE".


Il Comitato Tutela Salute e Ambiente di San Dalmazio è “civico” per denominazione e “apolitico” per statuto, e ritiene di aver sempre mantenuto nelle sue azioni un atteggiamento equilibrato, che si è concretizzato nella collaborazione con l’Amministrazione, soprattutto attraverso il lavoro svolto dai nostri tecnici, e nella disponibilità al dialogo: abbiamo sempre agito con la massima trasparenza e correttezza, come dimostrato dai comunicati regolarmente postati sul blog, dopo ogni nostra decisione. Ricordiamo che il blog è uno strumento estremamente democratico, aperto ai commenti di tutti. 

Respingiamo pertanto con fermezza l’accusa, che attraverso l’articolo pubblicato ieri su “L’informazione” ci è stata mossa dall’Amministrazione del Comune di Serramazzoni, di attuare una “polemica atta a denigrare l’operato di un singolo o di singoli assessori e consiglieri” e riteniamo gravemente lesiva della nostra immagine e del nostro operato l’affermazione secondo cui il nostro comportamento sarebbe “non solo subdolo, ma non degno di un confronto civile tra persone”. 

Tali affermazioni sono pesantemente diffamatorie e infondate, dal momento che il Comitato, istituzione prevista dalla legge e tutelata dal Codice Civile, esprime opinioni condivise e alla luce del sole, attraverso le assemblee periodicamente convocate a cui sono invitati a partecipare tutti i cittadini, attraverso gli organi di stampa e attraverso la rete: e in tutto ciò, finché questo resterà un Paese libero in cui vige la libertà di opinione, non c’è niente di subdolo, ma al contrario è in questo modo che si gettano i presupposti per il “confronto civile” invocato dall’Amministrazione. 

A che cosa si riferisce il Sindaco Ralenti? Se l’oggetto del suo attacco fosse la nostra risposta del 9 ottobre al comunicato dell’Amministrazione pubblicato sulla “Gazzetta di Modena” il 2 ottobre u.s., vorremmo ricordare ai lettori che lo spunto è stato offerto dal contenuto dello stesso articolo, in cui viene stravolto e strumentalizzato il senso di una sentenza del TAR, così che il lettore è indotto a trarre conclusioni errate, come dimostrato dalle molte persone che hanno frainteso il senso degli eventi. Questa è la ragione per cui il Comitato ha ritenuto opportuno rettificare, anche sottoponendo tre quesiti che riguardano semplicemente i concetti esposti. 
Richiedere un chiarimento è un attacco personale? Esigere una puntualizzazione quando si fa un’affermazione errata è “subdolo” e “indegno di un confronto civile”? 

Quanto poi all’ormai annosa questione degli atti prodotti dal Comune, ricordiamo che un inceneritore non nasce spontanemente, come un fungo, ma grazie a pareri ed atti approvati da qualcuno, che, nel caso specifico, li potrebbe anche annullare, come ripetuto ormai più volte dal Comitato. 
Sarebbe una soluzione “rispettosa delle leggi e delle normative in vigore in materia”, secondo le stesse parole del Sindaco Ralenti. L’Amministrazione, al contrario, ha preferito adottare la sospensiva temporanea, che ha durata limitata e non risolve il problema alla radice: questa indecisione ci costringe a fare ricorso al TAR. 

Se il Comune si schiera verbalmente dalla parte dei cittadini, ma non prende l’unica decisione utile, è legittimo domandarsi il perché di questa scelta. 
Questa non è polemica: è osservazione e analisi dei fatti. 




Link correlati: articoli su "L'informazione" e "Gazzetta di Modena"

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