mercoledì 16 novembre 2011

Articolo 15-11-2011 Il Resto del Carlino


E' uscito ieri sul "Resto del Carlino" l'articolo sopra riportato, che annuncia la realizzazione di alcuni impianti a biomasse in altrettanti centri dell'Appennino (nell'immediato, Fanano, Pievepelago e Montecreto).
Siamo molto soddisfatti di apprendere che il caso di San Dalmazio ha fatto scuola: altri Comuni montani, prima di procedere con le autorizzazioni, intendono mettere bene in chiaro che il loro impianto non è come quello proposto a Serramazzoni!
In primo luogo, gli impianti proposti negli altri comuni sono molto più contenuti (circa 12 volte più piccoli del "nostro" dissociatore molecolare) e sono destinati al solo teleriscaldamento, quindi progettati per funzionare soltanto nel periodo invernale (solo 2500 ore all'anno, contro le 8000 ore all'anno dell'impianto proposto a Serramazzoni).
Secondariamente, si tratta di impianti che funzionano esclusivamente a cippato di bosco, basandosi su appalti di fornitura concessi ad agricoltori locali che possono garantire la filiera: chiaramente queste caldaie non possono funzionare se alimentate con rifiuti solidi urbani (per citare soltanto un tipo di materiale che invece potrebbe essere smaltito nell'inceneritore di Serramazzoni).
Infine ci teniamo a precisare che nel piccolo Comune di Montecreto, anche se l'opera verrebbe realizzata da un privato, il Sindaco si è premurato di informare prima i cittadini.
Ci auguriamo vivamente che l'esempio mostrato da questi Comuni appenninici venga seguito da tutti.

1 commento:

  1. forse si adatta poco al nostro caso però rende l'idea: "colpirne uno per educarne 100"

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