venerdì 11 novembre 2011

INTERVENTO - INCONTRO IN COMUNE SULLA "VARIANTE DEI 2 KM"

Pubblichiamo il testo dell'intervento del Presidente del Comitato all'incontro che si è tenuto ieri pomeriggio in Comune tra rappresentanti di diverse associazioni degli agricoltori e Amministrazione Comunale, riguardante la così detta 'variante dei 2 km' (di cui avevamo già parlato il 29-09-2011).

Presentazione ------------- Mi chiamo Enrico Bussei, sono un ingegnere meccanico e nel mio lavoro mi occupo di energia, tuttavia questa sera sono stato invitato in veste di presidente del Comitato Civico di San Dalmazio a tutela della salute e dell'ambiente. Il comitato nasce nell'agosto di quest'anno ed ha come scopo quello di impedire, con ogni mezzo consentito dalla legge, la costruzione e la messa in esercizio di un impianto di “Produzione di energia elettrica da biomassa” che si dovrebbe realizzare a San Dalmazio. Il fatto -------- Il Comitato ha dimostrato che l'impianto proposto a San Dalmazio, chiamato “dissociatore molecolare”, è in realtà un vero e proprio inceneritore di rifiuti. Infatti la tecnologia scelta è costituita da una prima fase di gassificazione del materiale organico a 400°C (produzione di SYNGAS), da una seconda fase costituita da una caldaia adiabatica di ossidazione a 1000°C del SYNGAS stesso, che alimenta poi una caldaia a recupero ad olio diatermico, che a sua volta alimenta una turbina ORC che produce 1000 kW elettrici. La potenza termica lorda del materiale in ingresso è pari a quasi 8000 kW termici. Alla fine del processo si ottengono ceneri da smaltire (diverse tonnellate al giorno), emissioni in atmosfera che tutti respirano, filtri pieni di polveri da smaltire come rifiuti, acque o fanghi di processo pure da smaltire. Tutto questo da realizzarsi di fronte ad una scuola materna ed elementare, attraverso una azienda agricola creata EX NOVO, che ad oggi sul nostro territorio non svolge alcuna attività agricola. Nelle relazioni tecniche agli atti vengono proposti come materiali da trattare nell'impianto, oltre alle biomasse, un lungo elenco di rifiuti (anche pericolosi) che possono essere smaltiti dallo stesso impianto; viene poi spiegato che le ceneri prodotte verranno utilizzare come “arricchimento” dei terreni destinati alle coltivazioni agricole; viene infine descritta la tecnologia scelta per il trattamento dei fumi, che è del tutto analoga a quella adottata all'interno di un normale inceneritore. Tale impianto, per poter essere autorizzato in zona agricola, viene descritto come un impianto a biomasse. L'impianto dovrebbe trattare circa 56 tonnellate al giorno di biomasse (che in realtà, come si è visto, potranno essere rifiuti di ogni genere), senza preoccuarsi di indicare chiaramente la filiera a monte che dovrebbe alimentare l'impianto: IN ALTRE PAROLE, NON SI SA DA DOVE PROVERRANNO LE “BIOMASSE” DA UTILIZZARE. L'impianto viene realizzato per accedere ad una tariffa incentivante onnicomprensiva concessa dal GSE pari a 280€/MWh: è da qui che proviene l’interesse, tutto italiano, verso questo tipo di impianti: in tutta Europa, invece, gli impianti a combustione diretta di biomassa per la produzione di energia elettrica non sono più costruiti da quasi 10 anni, perché non sono sostenibili dal punto di vista ambientale e pertanto i governi ritengono di non doverli finanziare in alcun modo. In Italia, allo stato attuale, sono ancora sostenibili solo dal punto di vista economico, naturalmente fino a quando continueranno ad esserci incentivi. Attualmente i lavori a San Dalmazio sono fermi, perché la documentazione prodotta dalla ditta proponente era priva di alcuni documenti progettuali obbligatori per legge; inoltre dopo l’ 8 settembre 2011, grazie ad una istanza di annullamento in autotutela avanzata dal Comitato, è stato avviato un procedimento di verifica di legittimità dei titoli abilitativi presso il SUAP della Comunità Montana del Frignano. Siamo in attesa che tale procedimento si concluda entro la metà di novembre e auspichiamo che ciò avvenga con un atto ufficiale di annullamento dei titoli abilitativi già rilasciati. Nel frattempo siamo stati costretti a fare ricorso al TAR, perché il 26 ottobre scorso sarebbero scaduti i nostri termini di impugnazione e, in caso di ricusazione dell’istanza di autotuela, ai cittadini non sarebbero rimaste altre strade legali e praticabili per cercare di bloccare la costruzione dell’impianto. Intenzioni ---------- Come Comitato, siamo consapevoli e ci siamo battuti perché fosse chiaro a tutti che questo tipo di impianto non poteva essere realizzato in zona agricola, a pochi passi dal centro abitato e dalle scuole materne ed elementari. Tuttavia il Comitato è anche consapevole che la normativa regionale e nazionale è favorevole agli impianti a biomasse, in particolare nelle zone montane, così come siamo consapevoli che la normativa sulle biomasse non è affatto chiara; nel frattempo le ditte costruttrici spingono per vendere impianti di grossa taglia, spesso troppo sovradimensionati per le reali esigenze dell'azienda agricola che vuole investire. Questo mix di condizioni ci preoccupa enormemente, perché stiamo vivendo la vicenda di San Dalmazio con grande sofferenza e non vogliamo passare la nostra vita a combattere contro situazioni assurde come questa. Il Comitato si pone come soggetto indipendente a difesa del cittadino: nel futuro saremo sempre più comitati vigili e disponibili ad esaminare gli atti, perché sono i cittadini a costituire i Comitati e a portare le informazioni ai Comitati stessi. Numeri ------ Quanto vale una tonnellata di letame bovino se trasformata in energia elettrica? Circa 30 euro. Però la tonnellata di letame che conoscevano i nostri nonni viene trasformata in qualcosa d’altro: cenere ed emissioni in ambiente nel caso degli impianti a combustione diretta, biodigestato ed emissioni in ambiente nel caso di impianti a biogas. Quanto vale una tonnellata di letame bovino utilizzato nella concimazione dei campi? E’ più difficile dirlo, anche perché a Serramazzoni vi sono gli specialisti del letame: come sapete, la “poesia del letame” è stata scritta a Pompeano, dove addirittura si sono inventati il Festival del letame che è “cibo della terra”. Questi signori sono riusciti a vendere il parmigiano reggiano biologico in tutto il mondo e sicuramente la loro intuizione, il cumulo di letame biodinamico, ha avuto grande successo internazionale. Vogliamo aggiungere che, anche considerando i soli impianti a BIOGAS, sicuramente meno impattanti rispetto agli impianti a combustione diretta di biomassa, per ottenere rese elevate devono essere alimentati da quantità significative di materia prima vegetale (ad alto contenuto di carbonio), ad esempio insilati di mais o di sorgo o di grano, che di fatto sottraggono terreno fertile alle colture destinate all’alimentazione umana ed animale. Per motivi di costo e di reperibilità, molto spesso questa frazione “nobile” viene sostituita con materiale organico di risulta da lavorazioni agro-industriali o più genericamente dalle frazioni organiche dei rifiuti urbani. Questi materiali di scarto, classificati come rifiuti, sono tuttavia più problematici da gestire e da autorizzare soprattutto se vi sono trasporti e stoccaggi intermedi. Domande ------- 1) Chiediamo alle associazioni qui presenti di esprimere un parere sull’impianto proposto a San Dalmazio. 2) Chiediamo alle forze politiche qui presenti di esprimere un giudizio netto a favore o contro l’impianto proposto a San Dalmazio e chiediamo che tale giudizio venga esplicitato nella prossima campagna elettorale come punto fondamentale dai candidati che vi vorranno partecipare. 3) Chiediamo alle associazioni e alle forze politiche qui presenti di esprimere le loro linee di indirizzo sul tema dello sfruttamento delle biomasse per finalità energetiche. Variante dei 2 km ----------------- Il Comitato ha sostenuto, fin dall’inizio, che la così detta variante alle NTA “dei 2 km”, per come è stata proposta, è in contrasto con la normativa vigente. La misura di tutela può essere indicata dai Comuni, ai sensi della legge regionale 5 agosto 2011, solo per impianti che NON operano in assetto cogenerativo o trigenerativo, ossia impianti che non recuperano la parte termica dell’energia prodotta; in pratica non è possibile portare a 2 km un impianto che deve recuperare l’energia termica per riscaldare delle abitazioni ad esempio. Riteniamo che in particolare le amministrazioni, per tutti i tipi di impianti che vengono proposti sul territorio, debbano essere in grado di capire la natura dell’impianto e di distinguere tra impianti buoni e impianti non buoni, stabilendo dei criteri di valutazione condivisi con la cittadinanza, ad esempio: 1) FILIERA - si può autorizzare un impianto solo se esiste una filiera certa a monte dell’impianto stesso 2) DISTANZE - quanta distanza deve percorrere la biomassa prima di essere utilizzata (favorire filiere a km zero o comunque all’interno del proprio Comune per garantirne anche la tracciabilità) 3) RENDIMENTI - stabilire dei rendimenti minimi per selezionare le tecnologie da adottare ad esempio: > 85% per la sola parte termica, >60% annuale per la cogenerazione/trigenerazione (termico + elettrico al netto degli ausiliari). 4) POTENZA - favorire gli impianti di piccola potenza a servizio delle attività agricole e sfavorire i grossi impianti speculativi slegati dalla realtà aziendale. 5) TONNELLAGGIO - favorire gli impianti che muovono poco materiale sulle strade e stabilire un tonnellaggio massimo annuale in funzione della capacità delle strade che si devono percorrere per raggiungere l’impianto 6) TITOLARITA’ - favorire le imprese che sono già presenti sul territorio e che dimostrano di avere reali attività agricole in grado di produrre la biomassa necessaria a far funzionare l’impianto. La cosa più importante è stimolare sempre la partecipazione della popolazione in queste scelte ancora troppo delicate per essere prese in completa autonomia dalle amministrazioni: è indispensabilie informare, coinvolgere i cittadini e le associazioni di cittadini, raccogliere opinioni e condividere le scelte;il bene comune non dovrebbe essere oggetto di contenziosi fra opposti schieramenti, ma interesse di tutti.

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