lunedì 21 novembre 2011

SCACCO MATTO


Come anticipato nel post di domenica, solo ora siamo in grado di fare un resoconto dell’esito della vicenda dell’inceneritore di San Dalmazio, oggetto della pubblica assemblea indetta dall’Amministrazione Comunale di Serramazzoni venerdì 18 novembre u.s.
L’esame di due faldoni e di due cd-rom contenenti tutta la documentazione ha infatti richiesto molto tempo e non è nel nostro stile pronunciarci in maniera affrettata, senza avere potuto esaminare tutti gli atti di cui si parla (come già detto, nonostante tutto fosse disponibile già dal 16 novembre, il Comitato ha avuto accesso alla documentazione solo il giorno dopo l’assemblea pubblica). Nello stesso modo, non siamo abituati a farci coinvolgere in discussioni dai toni talmente alterati da costringerci ad alzare la voce per poter proseguire un discorso, come accaduto nella serata di venerdì.
Per queste ragioni, abbiamo preferito differire i commenti, a favore di una visione più lucida e distaccata degli eventi.

L’esame degli atti ci ha permesso di comprendere perché ci siano stati consegnati solo dopo l’assemblea: in questo modo, l’Amministrazione ha infatti potuto fornire la sua interpretazione dei fatti senza possibilità di contraddittorio, sostenendo in particolare di avere sempre prodotto atti legittimi. Gli atti, ora completi, affermano ESATTAMENTE IL CONTRARIO.

In primo luogo, la documentazione dimostra senza possibilità di equivoci che la DIA è stata annullata perché il cosiddetto “impianto a biomassa” deve essere correttamente qualificato come “inceneritore di rifiuti” e, in quanto tale, NON POTEVA IN ALCUN MODO ESSERE AUTORIZZATO MEDIANTE UNA SEMPLICE DIA.
Poiché l’impianto INCENERISCE I RIFIUTI PER PRODURRE ENERGIA ELETTRICA, sarebbe stato necessario procedere fin da subito con una autorizzazione unica in Provincia (ai sensi del D.Lgs 387/2003), senza trascurare ovviamente le dovute procedure di Valutazione Impatto Ambientale o Screening (ai sensi dell’art. 208 del Codice Ambientale) e, non ultima, la Conferenza dei Servizi. TUTTO QUESTO NON E’ MAI STATO FATTO e, poiché gli atti prodotti erano dunque ILLEGITTIMI, si è giunti all’ANNULLAMENTO in autotutela.

In secondo luogo, vorremmo evidenziare che il Comune di Serramazzoni aveva già prodotto un PARERE FAVOREVOLE DAL PUNTO DI VISTA URBANISTICO (in data 11/12/2010,  prot. n. 14254), a firma del responsabile del Servizio Urbanistica Edilizia Privata, Geom. Enrico Tagliazucchi, in merito alla “richiesta di rilascio di compatibiltà urbanistica ai fini dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera derivanti dalla attività di produzione di energia elettrica da fonti alternative e più precisamente da biomassa agricola, in prevalenza compost, da realizzarsi in Via Corniola Grocci – San Dalmazio – Serramazzoni  (MO)”.
Nonostante il Geom. Enrico Tagliazucchi non abbia alcuna competenza specifica riguardo ad impianti che bruciano/gassificano “compost”, ha espresso PARERE URBANISTICO FAVOREVOLE, senza sapere bene cosa fosse questo “compost”.

In sintesi, l’Amministrazione, che ha riconosciuto innumerevoli volte di non avere la competenza per giudicare sul piano tecnico questi impianti, ha comunque ritenuto opportuno andare avanti, camuffando questo inceneritore sotto le mentite spoglie prima di un capannone agricolo e poi di un impianto a “fonte rinnovabile”, attivando un iter autorizzativo “casalingo”, non conforme alla normativa, che ha portato a sottovalutare, con singolare superficialità, svariate problematiche di tipo urbanistico, ambientale e tecnico, come abbiamo ampiamente documentato nel nostro ricorso al TAR e nella nostra istanza di autotutela.

Solo a seguito delle forti pressioni esercitate dal Comitato è stato attivato un procedimento di verifica della DIA, ma fino alla fine l’Amministrazione rifiuta di riconoscere gli errori compiuti, ossia di aver prodotto ATTI ILLEGITTIMI, e si ostina a voler accusare il Comitato di essersi prestato a strumentalizzazioni politiche, quando invece, esattamente all’opposto, ha svolto una funzione di interesse pubblico che sarebbe spettata all’Amministrazione!

E’ forse vantaggioso per qualcuno indurre le persone a ritenere che dietro ogni azione ci sia un interesse personale, pubblico o privato; è forse utile mescolare le carte, nel tentativo di nascondere i propri errori. Ma qui, come è evidente, ci sono solo cittadini associati in un Comitato svincolato da qualsiasi schieramento politico e il cui unico interesse è il bene comune, anche se per alcuni sembra difficile da capire o da credere.

Per questo, nell’esultare per aver conseguito il risultato a cui hanno teso tutti i nostri sforzi nel corso di questi lunghi mesi, ci rammarichiamo dell’atteggiamento tenuto fino alla fine dall’Amministrazione Comunale di Serramazzoni. In altri paesi democratici, un comportamento di questo tipo avrebbe portato alle IMMEDIATE DIMISSIONI DEI DIRETTI RESPONSABILI.

Prima di concludere, vogliamo ringraziare con tutto il cuore le oltre tremila persone che hanno sostenuto la nostra battaglia. Un particolare ringraziamento va ai cittadini che sono intervenuti all’assemblea di venerdì 18 novembre e che hanno risposto, meglio di quanto avremmo potuto fare noi stessi, alle insinuazioni dell’Amministrazione sull’inutilità del lavoro svolto dal Comitato e sul denaro che avrebbe fatto spendere inutilmente ai cittadini per il ricorso al TAR.
La veemenza e il calore con cui i presenti hanno rivendicato il nostro ruolo fondamentale sono stati per noi il riconoscimento più bello per le energie spese e per gli sforzi compiuti nella difesa del bene comune.



3 commenti:

  1. quando LR il 4 agosto diceva "allora vai avanti te!" non poteva immaginare che lo avremmo preso tremendamente sul serio!!!

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  2. «Tutti i ricorsi e le istanze presentate sono sempre state inoltrate con un unico scopo - ha detto l'assessore all'urbanistica Sabina Fornari - quello cioè di dimostrare che il Comune di Serramazzoni e la Comunità Montana avevano sbagliato gli atti e le procedure. Fatto non vero poiché solo la Provincia ha la facoltà di stabilire se i materiali utilizzati siano pertinenti con gli impianti a biomasse o siano da considerarsi rifiuti. Noi siamo sempre stati trasparenti con la cittadinanza: abbiamo sempre detto che gli atti comunali hanno rispettato le normative vigenti e che mancava l'autorizzazione determinante della Provincia, che ringraziamo per aver specificato la natura dell'impianto e l'origine del materiale».

    Il peccato originale però, era già stato commesso dai richiedenti all'atto di voltura e cambio di destinazione d'uso da capannone agricolo ad impianto per la produzione di energia, per il quale i documenti integrativi richiesti non sono mai arrivati. L'assessore, si toglie ora qualche sassolino dalla scarpa. «Credo alla buona fede dei tanti giovani che hanno preso parte al Comitato però mi sembra che qualcuno li abbia usati ai soli fini politici». NON HO PAROLE!!!

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  3. certo che con tutti i sassolini che si tolgono dalle scarpe in questo periodo ... il territorio di Serramazzoni sta diventando un deposito di ghiaia!!!

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